15 Maggio 2007
Credo che per la maggioranza di noi il cielo sia quella striscia azzurra disegnata sopra la casetta, l’albero e il prato coi fiori. A volte però quando guardi certi cieli, che ti colpiscono per il loro azzuzzo, senti un senso di angoscia e per un istante riesci a comprendere la vastità di quell’universo che c’è di fuori e senti tutta la limitatezza e la precarietà della tua condizione esistenziale. Allora cerchi di dare un senso a tutto, esci il giovedì sera, il venerdì, il sabato, la domenica, provi tutti i locali, ci provi con tutte, ti ubriachi… e per qualche ora riempi il tuo tempo, ma poi quando torni a letto e la mattina ti svegli e stai male, senti ancora di più quel vuoto e che una una vita sola forse non basterà per darti tutto quello che vorresti. E non ti puoi accontentare, lo puoi fare solo finché non pensi che davvero tutto finirà.
Forse chi sa veramente accontentarsi di vivere una vita a termine è chi ha capito che il cielo non è quella striscia azzurra disegnata sopra la casetta, l’albero e il prato coi fiori.
sai che una volta ho scritto più o meno le stesse parole? certo la forma era diversa ma la sostanza la stessa: l’uscire a tutti i costi, il costringersi a non pensarci. A volte però guardi il cielo e oltre alla striscia azzurra vedi il sole. E allora sorridi.