Non sono un gran divoratore di libri. Leggere mi appassiona ma allo stesso tempo mi tormenta.
In tutti, o quasi, i libri che ho concluso ho però l’abitudine di lasciare un segno del mio passaggio scrivendo il mio nome e la data.
Se ripenso a questa piccola costellazione di date che si susseguono, unite da un filo invisibile, mi viene l’ansia del tempo che è passato. Ho sempre avuto il brutto vizio di crogiolarmi al malinconico calore nei ricordi piuttosto che spiegare le vele verso il futuro e l’ignoto.
Ora però mi suggestiona l’idea di quando, forse un giorno, le mie figlie troveranno queste piccole tracce che loro padre ha disseminato durante il cammino della sua esistenza. Chissà quali pensieri faranno.
Chissà cosa resterà di me e del mio tempo…
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